Il secolo XII è anche per Savona il secolo
delle classi artigianali, che manifestano la loro forza nelle corporazioni. In
questo clima, in cui la libertà individuale si manifestava attraverso
l’appartenenza ad un gruppo, acquistano vitalità le Confraternite, che hanno
diversamente dalle corporazioni, finalità spirituali in rapporto alla propria
salvezza eterna, mediante le opere di misericordia.
Nel XIII secolo Savona riceve il forte
influsso del francescanesimo per cui le opere di misericordia si uniscono ad
una componente ascetica a carattere penitenziale. San Francesco assume un
valore emblematico, diventando il modello dei penitenti.
La prima Confraternita a nascere a Savona
nel 1260, nel comprensorio dell’antica
cittadella del Priamar, dietro l’antica Cattedrale, da cui prese il nome, è la Confraternita di Nostra Signora di
Castello.
Questa fu
la prima Domus dei Disciplinanti, o
"Battuti", così chiamati dalla disciplina, cioè il flagello, che
veniva usato per le penitenze.
I capitoli
della Confraternita furono approvati nel 1266 da Papa Clemente IV.
Fu la
prima confraternita a sorgere,in seguito ne vennero fondate altre nove lungo la
“contrada batutorum."
Con la vittoria di Genova su Savona nel
1528 , tutta la zona del Priamar viene distrutta e l’Oratorio sede di N.S di
Castello, cade sotto i picconi genovesi (1542-1543).
Nel 1544 (o 1547) la Confraternita trova una nuova sede, nei
pressi del convento francescano, l’odierna
via Manzoni.
I Confratelli acquistano, nel 1600, il Polittico della Rovere opera di Vincenzo
Foppa e Ludovico Brea (1490).
Il
Polittico, sopravvissuto alla distruzione genovese, era stato commissionato dal Cardinale
Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II, per l’antico Duomo di Savona.
La Cappa
La caratteristica cappa indossata dai
confratelli, nel 1600 passa dal bianco originale al turchino con nastri dello
stesso colore , risvolti delle maniche bianchi e cordone bianco ; questo
cambiamento è dovuto all’aggregazione con l’Arciconfraternita di N.S. dell’Orto
di Roma (di Ripa Grande), risalente al Giubileo del 20 aprile 1600 sotto Papa
Clemente VIII.
Un incendio, nel 1755, distrugge gran parte dell’Oratorio, la
confraternita dovette sostenere grandi
spese per la ricostruzione e la maggior parte dei beni immobili viene venduta
per far fronte alle riparazioni.
L’opera
riesce e l’Oratorio viene adornato degli stucchi presenti tutt’ora (autore
Giuseppe Petonti). Sempre del Petonti sono i due busti raffiguranti i Papi
Giulio II e Sisto IV , che furono entrambi confratelli di N.S. di Castello.
Un altro grave colpo lo impartì il governo
napoleonico con l’abolizione degli Enti di Culto. L’Oratorio subì
ulteriori assalti e danneggiamenti dalle
truppe che vi furono frequentemente alloggiate (1795) ( i confratelli così si
riuniscono nella cappella Sistina)e dall’essere anche trasformato in ospedale
militare.(1808)
Venne
riaperto al culto nel 1830, a seguito del pagamento da parte dei Confratelli
di un riscatto di circa L. 1000.
Il piano regolatore di via Manzoni del 1889
comporta l’inserimento dell’oratorio nei nuovi edifici costruiti per
regolarizzare la strada; i confratelli devono rinunciare al prospetto sulla via
pubblica.
L’incendio del 1909, distrugge l’altare
coinvolgendo lievemente il Polittico.
Con un salto temporale arriviamo al
1953 quando,dopo vari interventi di restauro nel corso degli anni
il Polittico viene rimontato in oratorio.
Interno dell'Oratorio |
Questa magnifica pala d’altare è stata restaurata
recentemente negli anni 2001- 2006, mentre gli interni dell’oratorio e gli
stucchi dal 2006 al 2008 .
I Confratelli. 8 dicembre 2015 |